La circolare n. 1/2020 del 04/03/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione ha introdotto il regime dell’obbligo per tutte le PA di adottare misure organizzative “per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa.”

Questo elemento è stato introdotto a seguito delle modifiche apportate all’articolo 14 della legge n. 124 del 2015 richiamato dal recente Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9, recante “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

La recentissima Direttiva 2/2020 di Funzione pubblica, emessa in data 12/03/2020, sostituisce la precedente. Pur mantenendo la stessa linea in materia di disposizioni per la salute di cittadini e dipendenti, aggiunge che il lavoro agile deve essere la modalità ordinaria, estesa anche ad attività escluse in precedenza, senza soglie minime o massime.

In sostanza, d’ora in poi, i dipendenti delle PA dovranno poter lavorare anche da remoto, quindi anche da casa, attuando il cosiddetto smartworking.

Entrambe le circolari (1/2020 e 2/2020), a causa dell’emergenza Coronavirus, impongono quindi alla Pubblica Amministrare di fare il salto da tempo auspicato in termini di digitalizzazione e trasformazione digitale. Nelle circolari si incentiva anche l’utilizzo di strumenti propri da parte del dipendente pubblico per svolgere attività professionali da remoto.

Le circolari riportano tra le misure e gli strumenti informatici a cui le PA possono ricorrere:

  • il ricorso in via ordinaria al lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa;
  • soluzioni cloud per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;
  • il ricorso a vie telematiche per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro;
  • lo scaglionamento e l’organizzazione della presenza di persone del pubblico per evitare assembramenti;
  • il ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete;
  • l’attivazione di un sistema di reportistica interna ai fini dell’ottimizzazione della produttività anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

Smartworking obbligatorio: quali le difficoltà per le PA?

Il processo di transizione al digitale è sempre stato un tema ostico per la Pubblica Amministrazione italiana. Nel 2019 ha iniziato una lenta risalita anche nell’indice di digitalizzazione (approfondisci), ma i risultati non rispecchiano comunque quelli auspicati dal Ministero e da AgID.

L’introduzione improvvisa dell’obbligo di istituzione del lavoro cosiddetto “agile” impone una riorganizzazione interna immediata, per garantire la continuità operativa dei processi amministrativi e l’erogazione dei servizi di interesse pubblico.

Un alleato nell’adempimento del nuovo obbligo di smartworking

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APPROFONDIMENTI

Direttiva 2/2020 di Funzione Pubblica

Circolare n. 1 del 2020

Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9

Procurement e Trasformazione Digitale

 

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