La formazione dei dipendenti pubblici è un elemento centrale per il legislatore italiano nelle attività di prevenzione della corruzione.
Il testo definitivo del Piano Nazionale Anticorruzione 2019-2021 riporta:
“L’incremento della formazione dei dipendenti, l’innalzamento del livello qualitativo e il monitoraggio sulla qualità della formazione erogata in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza possono costituire obiettivi strategici che gli organi di indirizzo dell’amministrazione sono tenuti ad individuare quale contenuto necessario del Piano Anticorruzione.”
I Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza sono dunque tenuti a definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione.
La Legge 6 novembre 2012 n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, cosiddetta “Anticorruzione”, modificata dal D. Lgs 97/2016, indica chiaramente all’articolo 1 – comma 8 – come il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza definisce procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione.
L’RPCT deve inoltre individuare di concerto con i dirigenti responsabili delle risorse umane e con l’organo di indirizzo politico fabbisogni e categorie di destinatari degli interventi formativi.
Si tratta dunque per l’Ente e le società Pubbliche di adempiere ad un obbligo delicato e al contempo complesso, che coinvolge in maniera profonda tutte le strutture dell’Ente. Questa attività inoltre deve poter sempre più parlare di casi concreti facendo acquisire ai dipendenti capacità tecniche e comportamentali.
Un obbligo e un impegno per gli Enti che devono potersi affidare a società in grado di assicurare esperienza e capacità acquisite nel tempo sul campo.
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