Nella relazione al Parlamento sull’attività svolta da ANAC nel 2024, Il Presidente ANAC Busia ha posto l’accento su un dato che ogni Stazione Appaltante conosce bene: il 98% delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024 è avvenuto tramite affidamento diretto. Un fenomeno che non rappresenta soltanto una scelta procedurale, ma una realtà operativa consolidata per la maggior parte degli Enti e delle Società pubbliche soggetti al Codice degli Appalti.

Particolarmente significativo è il triplicamento degli affidamenti tra 135.000 e 140.000 euro rispetto al 2021, sintomo di come le PA utilizzino al massimo le soglie disponibili. Come osserva il Presidente, questo scenario espone gli amministratori a “pressioni indebite” e limita le possibilità di confronto competitivo.

Per le Stazioni Appaltanti, la sfida non è eliminare gli affidamenti diretti – impossibile nella pratica operativa quotidiana – ma gestirli con maggiore efficienza, trasparenza e conformità normativa.

Su questo tema abbiamo approfondito con un esperto che supporta quotidianamente le PA nella trasformazione digitale degli acquisti: il Dott. Giovanni Salutari, consulente senior specializzato in e-procurement e appalti pubblici presso DigitalPA, con una lunga esperienza nell’affiancamento operativo a centinaia di Stazioni Appaltanti.

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“Automatizzare i microaffidamenti è oggi una necessità, non un’opzione” – la parola al Dott. Giovanni Salutari

Dott. Salutari, quali sono le principali criticità emerse dalla Relazione ANAC in tema di affidamenti diretti?

“ANAC evidenzia principalmente tre aspetti: la carente documentazione delle scelte del contraente, l’insufficiente rotazione degli inviti e la mancata tempestività nelle comunicazioni verso la PCP.

Quello che osservo sul campo è che spesso queste irregolarità non derivano da negligenza, ma dalla difficoltà di gestire manualmente volumi elevati di microaffidamenti mantenendo standard qualitativi costanti.”

 

I moduli della suite certificata AgID Acquisti Telematici
Dal suo punto di vista, quali sono i rischi concreti per un RUP che non adegua i propri processi?

“Il rischio principale non è tanto la sanzione, quanto l’inefficienza sistemica. Un RUP che gestisce 50-100 microaffidamenti all’anno con strumenti inefficaci dedica il 70% del tempo a adempimenti burocratici anziché alla valutazione sostanziale delle offerte. Questo porta inevitabilmente a errori e ritardi che ANAC intercetta sempre più di frequente nei controlli.”

Come la tecnologia può supportare concretamente i RUP nella gestione quotidiana?

“La differenza sostanziale la fanno i sistemi integrati. Quando un ente utilizza una piattaforma come Acquisti Telematici con i moduli SA1 Importer e AD FAST, il tempo medio per gestire la fase post-aggiudicazione di un affidamento diretto passa da ore a minuti, e soprattutto si elimina il 95% degli errori di compilazione. Non è solo velocità, è qualità procedurale.”

Con la scadenza del 30 giugno per l’obbligo delle PAD certificate, come dovrebbero muoversi gli enti che non si sono ancora attrezzati?

“La situazione è critica per chi non ha ancora una PAD certificata. Siamo a meno di un mese dalla scadenza e il processo di implementazione richiede tempo: dalla scelta della piattaforma alla formazione del personale, dai test di integrazione alla migrazione dei dati esistenti.

Il mio consiglio è di agire immediatamente, perché dal 1° luglio chi non avrà una PAD certificata non potrà più gestire come prima i microaffidamenti sotto i 5.000 euro: si rischia di bloccare del tutto l’acquisizione dei CIG.”

Che impatto avrà questo scenario sulla qualificazione delle Stazioni Appaltanti?

“È un aspetto che molti sottovalutano. Anche se la qualificazione riguarda le procedure per l’affidamento di lavori, beni e servizi sopra gli importi determinati dal legislatore, l’efficienza operativa dimostrata nella gestione degli affidamenti diretti è un indicatore importante della capacità organizzativa dell’Ente.

Una Stazione Appaltante che gestisce in modo strutturato e digitalizzato i propri microaffidamenti dimostra competenze che si riflettono positivamente anche nella gestione delle procedure aperte di maggior valore.

Non dimentichiamo inoltre che il Correttivo al Codice ha confermato i criteri di qualificazione anche per la gestione dell’esecuzione contrattuale.

Strumenti digitali per automatizzare la gestione degli affidamenti diretti

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modulo AD Fast schede ANAC interoperabilità

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La suite software che racchiude tutti gli strumenti necessari alle Pubbliche Amministrazioni per la gestione delle gare d’appalto: dalla predisposizione del bando fino alle fasi successive all’aggiudicazione, in un unico applicativo integrato.

✅ Modulo SA1 Importer

Dimentica il tempo speso per riconciliare CIG e somme liquidate: il modulo valorizza in automatico gli importi sulle schede SA1 e CO2, azzerando gli errori di trascrizione.

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Automatizza la compilazione delle schede ANAC SC1, I1, CL1, CO1 e CO2 nella fase post-aggiudicazione degli affidamenti diretti, anche in modo massivo, per assolvere gli adempimenti con la massima velocità e precisione.

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